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Mag 16

“LA FAVOLA DI LATONA DI ORAZIO DE FERRARI – IL RITORNO DI UN CAPOLAVORO”

Tags: Anna Orlando, Barocco, Carla Sibilla, Esposizione, Genova, Giorgio Baratti Antiquario, Il ritorno di un capolavoro, La favola di Latona, La favola di Latona di Orazio De Ferrari. Il ritorno di un capolavoro. Con aggiunte al catalogo del pittore, Marco Doria, Musei di Strada Nuova, Orazio De Ferrari, Palazzo Bianco, Sagep Editori, Seicento

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LA FAVOLA DI LATONA DI ORAZIO DE FERRARI

Il ritorno di un capolavoro
Palazzo Bianco – Via Garibaldi, 11 – Genova
Dal 23 marzo 2016

Palazzo Bianco ospita dal 23 marzo 2016 il dipinto La favola di Latona di Orazio De Ferrari (Voltri 1606 – Genova 1657) a lungo dato per disperso. Tutto nasce dall’importante ritrovamento del capolavoro dell’artista voltrese che raffigura una favola tratta dalle Metamorfosi di Ovidio: la Latona che trasforma i contadini di Licia in rane. Il dipinto verrà esposto all’interno del percorso espositivo e, in particolare, nella sala dedicata proprio a Orazio De Ferrari. Il capolavoro, prima di pervenire a Giorgio Baratti, l’antiquario di Milano che ne è l’attuale proprietario e che sostiene l’intera iniziativa affidandola alla curatela di Anna Orlando, era stato acquistato nel 2005 presso i discendenti di Rodrigo Díaz de Vivar y Mendoza VII Duca dell’Infantado dagli antiquari madrileni Jorge Coll e Nicolás Cortés, che lo hanno pubblicato su loro catalogo della mostra in galleria di quell’anno affidandone la scheda alla storica dell’arte genovese Elena De Laurentiis (Maestros del Barroco Europeo, Madrid, Galleria Coll&Cortés, 2005).

“La geografia e la storia ci insegnano che la posizione di Genova ha sempre favorito le sue relazioni con la Spagna, e la storia dell’arte ha già da diversi anni messo in luce che all’interno di questo flusso commerciale un ruolo significativo è stato svolto da dipinti, arazzi, argenti e altri manufatti transitati in entrambe le direzioni. Il dipinto di Orazio De Ferrari La favola di Latona ha avuto questa sorte, probabilmente fin dall’inizio della sua vicenda collezionistica. Oggi quindi la sua esposizione nelle sale di Musei di Strada Nuova – resa possibile dalla generosità di Giorgio Baratti, che ne è il suo attuale proprietario, dall’impegno di chi ha curato la mostra, e dalla fattiva collaborazione a vari livelli della direzione del museo e della Direzione Cultura – assume il carattere di un almeno temporaneo ritorno a casa, ma con la consapevolezza che rappresenti altresì una testimonianza di valore della grande storia della nostra città”. (Carla Sibilla – Assessore Cultura e Turismo – e Marco Doria – Sindaco di Genova).

Nell’occasione è stato presentato anche il volume La favola di Latona di Orazio De Ferrari. Il ritorno di un capolavoro. Con aggiunte al catalogo del pittore a cura di Anna Orlando (Sagep Editori). Il libro, in italiano e in inglese, offre un importante approfondimento critico sul capolavoro, con saggi di Raffaella Besta, Piero Boccardo, Agnese Marengo, Simona Morando e Franco Vazzoler e Anna Orlando. Lo studio presenta inoltre un repertorio di circa 50 dipinti del pittore in gran parte inediti e riapparsi dopo la pubblicazione della monografia di Piero Donati, pubblicata sempre da Sagep nel 1997. A vent’anni da quel catalogo ragionato la ricognizione di Anna Orlando offre così un consistente aggiornamento sul corpus pittorico dell’artista, protagonista della stagione del naturalismo del primo Seicento genovese.

Copertina Catalogo "La favola di Latona di Orazio De Ferrari - Il ritorno di un capolavoro"
Ecco cosa scrive la curatrice Anna Orlando del dipinto La favola di Latona (Olio su tela, cm 193 x 261; firmato sul bastone del contadino a sinisra HORAT. FERRAR. GENO) esposto ai Musei di Strada Nuova, Palazzo Bianco.

Questa tela di grande impatto scenografico, oltre che dimensionale, è ricordata nel componimento poetico I Raguagli di Cirpo del ligure Luca Assarino, stampato nel 1642.

La descrizione del dipinto obbliga a ritenere che si tratti proprio del nostro quadro: «Una tela ove si vedeva Latona che, oltraggiata nell’acqua da alcuni villani, alzava gli occhi al cielo per domandar vendetta ed essi intanto rimaneano a poco a poco tramutati in rane. Era indicibile vedere con quale stupenda maestria havea la mano operatrice saputo esprimere gli affetti della Dea, e la confusione di quei malnati. Con quale industria in un solo individuo havea moltiplicato l’essenza di due differentissimi animali, e con qual ingegno, inserendo in un collo umano il capo d’una bestia, gli era riuscito il dinudar altrui un piede, e calzarlo colla zampa d’un mostro acquatile».

Sappiamo dunque per certo che l’opera fu eseguita entro il 1642 da Orazio De Ferrari, che la firma, suggerendo così che si trattava di una commissione importante. Ma quando fu dipinta? E per chi? Il capolavoro, prima di pervenire a Giorgio Baratti, attuale proprietario, è acquistato nel 2005 dagli antiquari madrileni Jorge Coll e Nicolás Cortés presso i discendenti di Rodrigo Díaz de Vivar y Mendoza VII Duca dell’Infantado.

Le ricerche condotte sulla provenienza da Piero Boccardo, direttore dei Musei di Strada Nuova, permettono ragionevolmente di individuare la tela con quella che nel 1653 si trovava nella collezione del defunto Manuel Alonso de Fonseca Fuentes de Zúñiga Acevedo (ca. 1590-1653), conte di Fuentes e VI conte di Monterrey, nel cui inventario è descritto “un quadro grande de una fabula con una muger, dos ninos y un hombre conbertido en rrana”, ovvero una favola con una donna, due bambini e un uomo trasformato in rana, senza un preciso riferimento attributivo, ma con la eccezionale stima di 2.750 reales.

Il conte di Monterrey era stato ambasciatore straordinario a Roma nel 1621 e nel 1628, e poi Viceré di Napoli dal 1631 al 1637. A Genova soggiorna al momento del suo arrivo in Italia, probabilmente via mare, nel 1621, nuovamente nel 1628 e poi, alla fine della sua residenza a Napoli, nel febbraio 1638.

A lui e a questo anno si devono far risalire le circostanze di esecuzione del capolavoro qui esposto, riapparso dopo secoli nei meandri del collezionismo privato ed eccezionalmente esposto al pubblico nella città in cui fu dipinto.

In basso, la presentazione dell’esposizione a Palazzo Bianco. Interventi dell’Assessore della Cultura e del Turismo Carla Sibilla, della storica dell’arte Anna Orlando e di Giorgio Baratti (dal canale YouTube GenoaMunicipality).

Rassegna stampa online

22/03/2016 – Palazzo Bianco, il ritorno della “Favola di Latona” (video da Repubblica.it)
22/03/2016 – Palazzo Bianco, torna la “Favola di Latona” scomparsa (Repubblica.it)
22/03/2016 – La Favola di Latona: torna a Genova un capolavoro di De Ferrari (video da Il Secolo XIX.it)
23/03/2016 – La Favola di Latona di Orazio de Ferrari – Il ritorno di un capolavoro (presentazione dello studio critico curato da Anna Orlando; Palazzideirolli.it)
01/04/2016 – Torna a Genova «La favola di Latona» di De Ferrari (Il Giornale dell’Arte.it)

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Toscano di nascita e milanese d’adozione, Giorgio Baratti è un esperto di arte antica che opera da decenni nel settore dell’antiquariato e della valutazione delle opere.
Profondo conoscitore della storia dell’arte, si è affermato negli anni come uno dei professionisti più stimati e riconosciuti a livello nazionale e internazionale.

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