Dal volume La favola di Latona di Orazio De Ferrari. Il ritorno di un capolavoro. Con aggiunte al catalogo del pittore a cura di Anna Orlando (Sagep Editori, 2016):
“Ognuno di noi ha un sogno. Anche più d’uno.
Fra i sogni di un antiquario che faccia il proprio lavoro animato da un amore sincero per l’arte, un po’ come il fervore che accende le passioni di un collezionista, vi è quello di imbattersi in un capolavoro. Se poi l’antiquario di concede il lusso di sognare ancora un po’, ecco che s’immagina che quel capolavoro venga riconosciuto tale dagli studiosi e dalle istituzioni.
La storia di cui questo volume vuole serbare memoria è il ritrovamento della straordinaria tela di uno dei massimi protagonisti della pittura genovese del Seicento, La favola di Latona che reca la firma di Orazio De Ferrari, di cui si sapeva l’esistenza da un testo del poeta ligure Luca Assarino del 1642. Il quadro è stato riportato in Italia ed esposto temporaneamente a Genova, dove fu dipinto.
Il “ritorno a casa” viene salutato da un’iniziativa che corona il mio sogno, prima che l’opera passi di mano ancora e poi ancora, com’è naturale che sia. Grazie alla cura di Anna Orlando nell’ideare e coordinare l’iniziativa e grazie all’ospitalità dei Musei di Strada Nuova, nelle persone del suo direttore Piero Boccardo e del conservatore Raffaella Besta, La favola di Latona ha l’onore di essere accolta nella sala di Palazzo Bianco, fra le altre tele del De Ferrari delle raccolte civiche, dal sindaco di genova Marco Doria e dall’assessore alla cultura del comune di genova Carla Sibilla, ai quali va la mia più sincera riconoscenza”.
Giorgio Baratti

Mario Arlati – Potenza del colore
Dal catalogo Mario Arlati – Potenza del colore (Peruzzo Industrie Grafiche, 2014):
“In un primo momento, appena mi sono reso conto di una crisi così grave e così lunga, sono stato pervaso da una grande paura. Col passare del tempo, dopo un’attenta riflessione, sto iniziando a capire che questo “momento globale” può diventare una grandissima opportunità. Stavamo correndo forzatamente verso il nulla, “tutti o quasi”, sempre. Ogni valore perduto: l’arte, l’amore, l’amicizia, la solidarietà, il bisogno di fare qualcosa per gli altri!
Il mio pensiero: cosa vorrei portare con me sulla luna se fossi l’unico abitante? Dopo poche cose indispensabili, tutto il resto solo ed esclusivamente oggetti d’arte antica, non importa il soggetto, non importa l’epoca, soltanto positive sensazioni, tensioni emotive, insieme alle sole due cose immortali: l’amore e l’arte, che in fondo sono la stessa cosa. È bello provare a condividere con gli altri, con chi non ne era prima a conoscenza, le forti sensazioni positive che può dare un’opera d’arte. È bello vivere pensando che, ogni giorno, si incontra qualcosa e ancor meglio qualcuno da amare!
“Do del tu a tutti quelli che amo / Anche se non li ho visti che una sola volta / Do del tu a tutti quelli che si amano / Anche se non li conosco”, come ricorda una bellissima poesia di Jacques Prévert. Queste opportunità ci porteranno ulteriori scambi culturali, ci apriranno nuovi orizzonti di mondi per la maggior parte a noi ignoti. E, finalmente, potremo anche noi far conoscere in un orizzonte più ampio le eccellenze assolute, non solo artistiche, delle quali la nostra straordinaria terra non è seconda a nessuna.
Ringrazio Banca Generali per avermi dato l’opportunità di promuovere al meglio alcune tra le mie più belle opere. Ringrazio inoltre il Maestro Mario Arlati per avermi scelto in questo progetto comune. E infine sono immensamente grato a tutte quelle persone che, fin da piccolo, mi hanno aiutato a “cercare di capire”, iniziandomi in uno straordinario percorso di vita durante il quale ho ricevuto la certezza che dietro a ogni angolo c’è sempre qualcosa di stupefacente”.
Giorgio Baratti
Giorgio Baratti, collezione. Selezione di opere d’arte antica, Grafiche Veneziane, Venezia, 2011.Dalla Prefazione del Prof. Giancarlo Sestieri:
“Con vivissimo piacere ho accolto l’invito dell’amico Giorgio Baratti col quale ho avuto l’onore e il piacere di collaborare da lunga data, di redigere il catalogo di questa mostra di “Dipinti antichi dal XIV al XVIII secolo”, da lui organizzata, e che si terrà nella prestigiosa sede dell’Albergo Posta di Cortina d’Ampezzo. Una delle tre Gallerie permanenti – le altre in via Bigli a Milano e in Borgognissanti a Firenze – condotte da questo dinamico ed eclettico personaggio dell’antiquariato italiano e internazionale, la cui personalità rientra ma allo stesso tempo esula positivamente dall’etichetta tradizionale che ne qualifica l’attività.
Infatti egli ha agito e continua ad agire brillantemente in questo mondo, con una mentalità però non volta esclusivamente al fattore commerciale ma anzi sempre sospinta da una passione, propria più del collezionista che dell’antiquario fine a se stesso, che spazia non solo nella sconfinata sfera dei dipinti antichi, ma parallelamente in quella dei mobili e degli oggetti d’arte – campo in cui può vantare anche una maggiore cognizione specifica – riflettendo questo atteggiamento nella esplicazione della sua attività pratica.
Un breve preambolo che non vuole suonare come adulatorio, essendo dettato da una sincera stima, sia sul piano professionale che su quello umano, e che trova una stretta attinenza sulle peculiarità di questa mostra di dipinti antichi. La quale rispecchia appunto la mentalità del suo organizzatore, non essendo caratterizzata da un criterio selettivo unitario, né per scuole pittoriche né per epoche, riflettendo gli interesi multipli e vari di un collezionista che ama confrontarsi con le più diverse espressioni dell’infinito campo della pittura internazionale, selezionate indubbiamente con un gusto personale, mai disgiunto però da un alto livello di giudizio”.